Frantoio a Gaeta: continua spedito l’iter dell’associazione UPOG

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A circa un mese dalla sua costituzione si è tenuta nella sede gaetana della Camera di Commercio la prima conferenza dell’Unione Produttori Olive di Gaeta, Upog, nata con l’obiettivo di realizzare nella località tirrenica un frantoio consortile.

E’ stata l’occasione per tracciare un primo bilancio e ribadire ancora una volta la necessità per una città come Gaeta, che ha legato il suo nome alla coltivazione del saporito frutto, di un frantoio. Il motore dell’iniziativa, Libero Mancini, presente al fianco del presidente Antimo Ponticella, ha subito sottolineato come l’ulivo sia simbolo di pace ed in virtù di ciò il territorio del sud pontino deve dimostrare compattezza e coesione per vincere anche la sfida del frantoio, mettendo da parte gli inutili e sterili campanilismi. “La concessione del Dop all’Oliva di Gaeta è sicuramente un importante traguardo che apporterà un valore aggiunto al comparto dell’olivicoltura ma bisogna entrare anche nell’ottica che la “denominazione di origine protetta” richiama frantoi moderni”, ha spiegato Mancini puntualizzando che l’idea portata avanti dall’Upog di creare un frantoio in linea con le normative comunitarie e di un depuratore ad hoc deve essere obiettivo comune di tutti gli attuali frantoiani.

Intanto cresce il numero delle adesioni all’Unione, di pari passo con l’apprezzamento verso l’iniziativa dimostrato anche dai grandi produttori locali come Maurizio Simeone.

Il prossimo step sarà la firma di un protocollo d’intesa con il Consorzio Industriale per lo Sviluppo del Sud Pontino chiamato ad esprimersi sulla idoneità e disponibilità del sito, individuato sulla via Appia nei pressi del Centro Leonardo, ad ospitare il frantoio. La conferenza però è stata anche occasione per lanciare acqua sul fuoco delle polemiche legate al riconoscimento della “paternità” dell’Oliva di Gaeta. Mancini ha infatti spiegato che esistono numerosi documenti storici in grado di provare la presenza a Gaeta di vaste piantagioni di olivo sin dall’antichità e di come la vendita delle olive e del relativo olio ha permesso lo sviluppo del territorio.

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