CULTURA: Mesi di attesa, prove, ansie e poi arriva il grande giorno, il giorno del debutto e tutto sparisce, travolto dall’esplosione del lunghissimo applauso che decreta il successo di “Gregor” lo spettacolo di danza del ballerino coreografo Francesco Azzari, che chiude una strepitosa stagione teatrale del Teatro Ariston di Gaeta.
Azzari rispolvera un vecchio progetto “Gregor” una libera interpretazione de “La Metamorfosi” di F. Kafka e lo porta in scena, accompagnato da un gruppo di ballerini di straordinario talento.
Dopo il successo de “Le Notti Bianche” dello scorso anno, il coreografo di Carrara ha deciso che era il momento di provare a raccontare una storia che potesse anche far riflettere e ci riesce nel miglior modo possibile, il suo Gregor, fatto di musica, danza, suoni e colori, cattura l’attenzione del pubblico ed accende un faro sulla diversità.
Da un lato il tempo che passa, scandito dai battiti di un immaginario orologio, racconta la vita che scorre, mentre dall’alto la solitudine di chi si ritrova a vivere l’incubo di una metamorfosi che lo rende diverso; un incubo per il giovane Gregor.
Un’opera assolutamente attuale, che sembra descrivere la società attuale nella quale il diverso non viene accettato facilmente, e molto spesso viene relegato in un angolo buio per evitare che possa far paura.
Lo spettacolo scorre via veloce con Gregor che sembra sempre più abbandonato al suo destino, ma la vita riserba sempre delle sorprese ed il colpo di scena arriva alla fine.
Ognuno nel suo animo porta il bagaglio delle proprie esperienze e delle proprie emozioni, ed allora, la positività dell’animo di Francesco Azzari esce nel finale dello spettacolo, l’incubo si trasforma in un brutto sogno e quando Gregor riapre gli occhi, si accorge che nulla era cambiato, si veste, prende la sua borsa e va, mentre i suoi familiari lo salutano dalla soglia della porta di casa.
di Enrico Duratorre
fonte: Press Events Robert Rivera