L’Anniversario della Dedicazione della Basilica Cattedrale di Gaeta

Ecclesia Mater

L’Anniversario della Dedicazione della Basilica Cattedrale di Gaeta

Il 22 gennaio ricorre l’anniversario della Dedicazione della Cattedrale di Gaeta, nel ricordo dell’anno 1106, quando fu papa Pasquale II (1099-1118) a consacrarne l’altare e a benedirne le mura, a lavori terminati o ancora nel cantiere di costruzione, ma questo non ci è dato saperlo. Per ricordare tale importante ricorrenza, l’Arcivescovo di Gaeta, mons. Luigi Vari, celebrerà l’Eucarestia in Basilica alle ore 17.30 con l’animazione liturgica del Coro dell’Arcidiocesi di Gaeta.

La Dedicazione di una chiesa è il rito attraverso cui si porta a compimento il lavoro di edificazione del luogo di culto, consacrando con l’unzione l’altare per la celebrazione e le colonne che sorreggono l’aula, così da destinarlo alla preghiera e al culto per sempre.

Tutto questo ha un significato ancor più profondo se riguarda la Chiesa Madre di una diocesi, quella di Gaeta che all’inizio del XII secolo era nel pieno del suo accrescimento, eredità delle diocesi soppresse di Formia e Minturno, al centro del potente ducato di Gaeta. Fatto ancor più particolare è che una coincidenza ha voluto che fosse proprio il Papa a presiederne la dedicazione, all’epoca del vescovo Alberto II.

Al termine della celebrazione di mercoledì prossimo, si terrà inoltre un appuntamento della Rassegna Cathedralis Memoria dal titolo “Ecclesia Mater, la basilica cattedrale di Gaeta”. La conversazione, tenuta da Sabina Mitrano e Lino Sorabella, vuole incentrare l’attenzione sul ruolo che una cattedrale riveste in seno a una città e a una diocesi, sottolineando l’importanza che riveste nel corso dei secoli un duomo e un episcopio, sia in chiave religiosa che urbanistica e politica.

Alcuni testi, letti da Pina Sciarra, ci faranno immergere nella realtà del momento storico, catapultandoci nel medioevo.

Concluderà la serata il Coro dell’Arcidiocesi di Gaeta con il mottetto sacro “Locus iste” composto da Anton Bruckner (1824-1896). Don Antonio Centola, direttore del coro, ha selezionato questa composizione in quanto “graduale” previsto nella liturgia dell’anniversario della consacrazione di una chiesa. L’incipit del mottetto, pubblicato nel 1886, è: “Locus iste a Deo factus est”, cioè “Questo luogo è stato creato da Dio”. Il Coro dell’Arcidiocesi permetterà ai partecipanti di immergersi nell’episodio biblico del sogno della scala di Giacobbe, in cui il patriarca afferma “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo” (Gn 28,16); il brano riprende anche il momento del roveto ardente, quando a Mosè è intimato “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa” (Es 3,5). La giusta conclusione per sottolineare il concetto di luogo sacro che riveste la Chiesa Madre di una diocesi.

Il prossimo appuntamento con la rassegna Cathedralis Memoria è previsto il 12 febbraio 2020: “L’ultimo assedio e la basilica – connessioni tra storia e fede”.

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